lunedì 1 giugno 2020

Jean-Paul Sartre



La vita:
Sartre è l'esponente più importante dell'esistenzialismo francese e uno dei maggiori scrittori del Novecento.
Egli è nato a Parigi nel 1905, dopo gli studi liceali si iscrive alla Scuola normale superiore di Parigi nel 1924. Qui conosce Simone de Beauvoir, che avrà grande importanza nella sua vita intellettuale e umana, e diviene allievo del filosofo Alain, autore di importanti studi sulla libertà. 
Nel 1933 trascorre un anno in Germania, a Berlino e si avvicina, alla fenomenologia di Husserl, all'esistenzialismo di Heidegger e alla teoria dei valori di Scheler.

Il filosofo afferma che ci sia una differenza sostanziale tra l'essere delle cose e quello della coscienza
- le cose sono "essere in sé", ciò significa che sono oggetti immodificabili, privi di coscienza, opachi a se stesse,, cioè inconsapevoli e semplicemente presenti e caratterizzate dalla determinatezza
- la coscienza è "essere per sé", ciò significa che essa è trasparente e caratterizzata dalla libertà, ossia tende a negare ogni limite e ogni dato di fatto che il mondo presenta, attribuendo ad esso sempre nuovi significati. Inoltre egli dice che la coscienza è nulla, è nulla in quanto possibilità di nullificare i dati di fatto e inventare nuove situazioni.

Angoscia della scelta:
Sartre sostiene che la libertà della coscienza non costituisce per l'uomo una condizione positiva, ma è causa di dolore e angoscia. L'uomo infatti non sceglie la propria esistenza, m vi si trova gettato. Egli non decide la propria libertà, ma è condannato a essere libero, e la libertà consistente nella possibilità, è un peso difficile da sostenere, perché comporta sempre il rischio dell'errore.
Per Sartre l'esistenzialismo è un umanismo in quanto ha il suo perno nell'uomo, ormai sprovvisto dei punti di riferimento della filosofia tradizionale. 
Secondo il filosofo poi, il conflitto tra gli esseri umani è inevitabile, infatti ognuno tende a oggettivare l'altro, l'uomo prova vergogna quando è reso oggetto dello sguardo altrui, il quale lo espropria della soggettività e minaccia la sua libertà


Sintesi fra esistenzialismo e marxismo
Secondo il filosofo l'individuo è sempre al centro dell'interesse sartriano, è lui che sceglie e progetta la propria esistenza e dalle azioni dipende l'efficacia della lotta di classe e la stessa rivoluzione socialista.
- La storia è il frutto delle azioni personali, mai necessario, ma sempre libero e non predeterminato nei suoi risultati.  Le libere azione e le libere scelte degli individui possono opporsi però alla società borghese che serializza le persone.







Martin Heidegger

La vita:
Martin Heidegger nasce nel 1889 a Messkirch in Germania e compie studi teologici al liceo di Friburgo diplomandosi nel 1909. Inizia quindi il noviziato per poter entrare a far parte della Compagnia di Gesù, ossia l'ordine dei gesuiti, ma questo avrà una brevissima durata a causa della salute cagionevole di Heidegger.
Nel 1911 egli pubblicò i suoi primi saggi intitolati "Nuove indagini di logica", dopo essere stato influenzato dalle letture di Frenz Brentano e delle "Ricerche logiche" di Husserl.
Nel 1913 consegue il dottorato presso la facoltà di filosofia dell'Università di Friburgo e nel 1915 ottiene la libera docenza.
 Nel 1916 diventò allievo di Husserl, il quale lo sceglie come suo assistente e   contribuisce a farlo nominare professore dell'Università di Marburgo, dove insegna dal 1923 al 1928 tenendo corsi su Platone, Hegel, Cartesio e sull'ontologia Medievale.
Negli anni successivi però, Heidegger si distaccò dal suo maestro, questo distacco diventò più evidente nel 1927 con la pubblicazione della sua opera principale, "Essere e tempo", dedicata a Husserl e segnata da un'applicazione originale e personale del metodo e dei concetti della fenomenologia.
I primi allievi che cominciarono a seguire Heidegger furono: Karl Löwith, Hans Georg Gadamer e Hannah Arendt.
Nel 1933, dopo che Husserl fu allontanato dall'insegnamento per le sue origini ebraiche, Heidegger aderì al Partito nazionalsocialista e fu nominato rettore dell'Università di Friburgo.
Nel 1934, egli lasciò la carica di rettore a causa di divergenze e sospetti dei movimenti nazionalsocialisti.

In questi anni però Heidegger maturò quella che sarebbe stata la "svolta" del suo pensiero, ossia l'abbandono delle tematiche esistenzialistiche e antropologiche in favore di quelle ontologiche. In merito a questo pubblicò lo scritto "Lettera sull'Umanismo" nel 1947 che rappresentava questa svolta.
In quest'opera Heidegger prende le distanze dalla filosofia umanistica di Sartre e respinge ogni legame che potrebbe collegare la sua filosofia all'esistenzialismo.
Dal 1951 in poi, iniziò la pubblicazione di molti dei suoi scritti, che in parte riprendevano i contenuti delle sue lezioni o riproducevano i testi delle conferenze. Nel 1955 egli abbandonò definitivamente l'insegnamento.
Heidegger morì a Friburgo nel 1976.


Pensieri e Opere:
Heidegger è il principale esponenete dell'Esistenzialismo.
Il filosofo accetta la concezione husserliana dell'intenzionalità della coscienza, cioè l'idea secondo cui essa è sempre coscienza di qualche cosa e qualsiasi atto umano implica sempre un riferimento a un oggetto. Però egli rifiuta l'impostazione prevalentemente teorica di Husserl, interpretando l'intenzionalità come l'insieme degli atti di un soggetto concreto, immerso e coinvolto nel mondo del giudizio che Husserl aveva invece sospeso.


La sua indagine non si rivolge più alle strutture esistenziali della coscienza intesa come una soggettività "pura", bensì si basa sulle strutture fondamentali dell'esistenza, concepita come il modo d'essere peculiare dell'uomo nel mondo.
"Essere e tempo" = con questa pubblicazione egli vuole mostrare il suo interesse per l'esistenza, questo interesse è legato alla convinzione che la filosofia debba occuparsi dell'essere e che tale argomento possa venire affrontato solo a partire dall'uomo.


Dopo essersi posto molte domande su che cosa sia l'essere, egli afferma che:
L'essere non è un qualcosa al quale è possibile attribuire una definizione, l'essere è l'orizzonte all'interno del quale possiamo elaborare qualsiasi definizione e su cui si stagliano tutte le cose.
L'essere pertanto non è di per sé oggettivabile.



Desein = esserci
E' un espressione tedesca con la quale Heidegger indica la particolare condizione in cui si trova l'uomo, in quanto "ente che è qui", ossia ente "gettato" da sempre in una situazione spazio-temporale determinata.
La caratteristica fondamentale del Desein è l'esistenza.

L'uomo è condizionato dalla situazione, ma nello stesso tempo è "poter-essere", possibilità, qualcosa che non è mai dato in modo definitivo, ma "a cui nel suo essere ne va del suo essere stesso". Ciò significa che egli ha la responsabilità del suo essere e che è condannato a una scelta che comporta sempre l'eventualità dello scacco.
Un'altra caratteristica dell'uomo è il suo "essere-nel-mondo".  Con questa espressione Heidegger vuole mettere in rilievo una connessione esistenziale tra due realtà concrete, il soggetto (situato e corporeo) e il mondo (un mondo di cose e di uomini in cui il soggetto è da sempre gettato), in ciò differenziandosi da Husserl, che ipotizzava una relazione fondamentale conoscitiva tra soggetto e oggetto  implicati nel rapporto intenzionale.



Heidegger inoltre afferma che i modi d'essere fondamentali dell'essere in rapporto al mondo sono:
-la comprensione, dunque ogni ente viene colto alla luce di un contesto più ampio, che a sua volta risulta plasmato e modificato da ogni atto interpretativo = circolo ermeneutico
- la cura che consiste nel fatto che il soggetto si occupa delle cose e degli altri secondo due modalità:

  • l'esistenza inautentica, che implica l'adesione acritica e spontanea a un certo mondo storico-sociale (deiezione)
  • esistenza autentica, che comporta l'accettazione dell'essere-per-la-morte e l'assunzione della piena responsabilità delle proprie scelte.






giovedì 21 maggio 2020

Edmund Husserl


 

Edmund Husserl nasce nel 1859 a Prossnitz in Moravia da una famiglia ebrea benestante. 
Husserl nel suo diario personale confessa di non aspirare agli onori o alla fama, ma punta a perseguire nella propria indagine l'ideale della chiarezza, sostenendo infatti che lui stesso non può vivere senza chiarezza. Fin da giovane il filosofo sviluppa un grande interesse per la matematica e dopo essersi laureato orienta i suoi studi verso la filosofia. 
Dopo la morte del padre si trasferisce a Vienna dove segue le lezioni del filosofo e psicologo Franz Brentano, rimanendone profondamente influenzato, soprattutto la sua ricerca sull'origine psichica dei processi logici volta a individuare la fondazione "soggettiva" del sapere.  
Così nel 1886 inizia a insegnare inizialmente presso l'Università di Halle poi presso le Università di Gottinga e Friburgo, dove conosce Heidegger che sarà suo amico fino all'avvento del nazismo. Inoltre in questi anni si sviluppa il movimento fenomenologico, di cui Husserl è il fondatore ed il maggior rappresentante.
Con l'avvento di Hitler al potere però viene destituito dall'incarico di insegnante per le sue origini ebraiche e dove muore nel 1938.


Opere più importanti

Tra le opere principali di Husserl vi sono:
- due volumi delle Ricerche logiche, nei quali vengono esposte le idee basilari della fenomenologia
1910  La filosofia come scienza rigorosa
1913  Idee per una fenomenologia pura e una filosofia fenomenologica
1931  Meditazioni Cartesiane
1954  La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale

 La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale
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E' la sua ultima grande opera, pubblicata dopo la sua morte avvenuta nel 1938. Quest'opera è frutto di due conferenze tenute nel 1935 a Vienna e a Praga ed è grazie ad essa che possiamo cogliere il senso di tutta la riflessione di Husserl sulla civiltà europea (devastata dal fenomeno della disumanizzazione avvenuto per mano di Hitler e della Germania nazista)  che potrà risollevarsi solo nel momento in cui riuscirà a recuperare il fondamento umano dei propri valori.




Crisi delle scienze:

Husserl non mette in discussione il valore delle conoscenze delle singole discipline, bensì la validità e il senso che la ricerca scientifica ha e può rivestire per l'esistenza umana dunque è diventata una mera scienza dei fatti e non è in grado di dare risposte alle domande fondamentali dell'esistenza
Infine Husserl afferma che la scienza ha elaborato una conoscenza astratta e matematica della natura (Galileo-Galilei ha dato un'interpretazione generale della natura in chiave matematica) e che quindi il fatto di aver privilegiato le discipline fisico-matematiche e di aver emarginato tutti gli aspetti della realtà che non rientrano in strutture formali rigide, ha portato a una spaccatura tra fisico e psichico e quindi ha causato la sovrapposizione di un mondo di idealità astratte alla realtà concreta dell'esperienza vissuta. 
La soluzione alla crisi è dunque ricorrere a un'idea di filosofia come scienza universale e rigorosa, in grado di  riscoprire il senso perduto delle cose in rapporto alla soggettività 


Metodo Fenomenologico

L'epoche fenomenologica:

Husserl elabora un metodo in grado di rendere accessibile all'uomo la dimensione originaria dalla quale si costituiscono tutte le forme di conoscenza e danno senso al mondo. Questo metodo è definito "fenomenologico" in quanto consente di osservare i fenomeni così come vengono percepiti inizialmente dalla coscienza con lo scopo di accedere a un livello di esperienza autentica e veritiera.
Il metodo consiste nella sospensione del giudizio sul mondo e nella pratica di quella che i filosofi scettici chiamavano epoché (= sospensione, interruzione)
- Gli scettici però mettevano in discussione l'esistenza stessa del mondo mentre Husserl voleva sospendere le certezze della scienza e l'atteggiamento naturale dell'uomo, visto che considerava il mondo come una realtà già data e precostituita. 
- Husserl non vuole mettere in dubbio la realtà, ma vuole mostrare che le cose non hanno senso se non in riferimento al soggetto.
- Secondo egli, ciò che rimane dopo aver applicato l'epoché, non è un soggetto metafisico e produttivo da cui dipende l'esistenza delle cose, bensì rimane una coscienza intesa come relazione, connessione inscindibile tra soggetto e oggetto.



Coscienza ed Intenzionalità

-Per coscienza Husserl intende un principio operativo, un insieme di atti che si rivolgono all'oggetto, il quale in relazione ad essi, rivela gradualmente i suoi vari livelli di significato.
questa caratteristica della coscienza è definita da Husserl "intenzionalità" indicando con questo termine il fatto che la coscienza non è mai un'entità statica, ma sempre "coscienza di qualche cosa", un'attività volta verso un oggetto. 
L'intenzionalità è una corrente di esperienze vissute in cui si ha sempre una correlazione tra:
- una polarità soggettiva ⇨ noési  ovvero gli atti di coscienza (il pensare, l'immaginare, il desiderare)
- una polarità oggettiva ⇨ noèma ovvero i vari modi in cui le cose appaiono in relazione agli atti intenzionali del soggetto (il percepito, l'immaginato, il desiderato)



Intuizione eidetica

Il metodo fenomenologico di Husserl, permette anche d
i descrivere il processo di costituzione del senso delle cose nelle sue varie stratificazioni, e di mostrare le strutture essenziali dei vissuti intenzionali, grazie all'intuizione eidetica.
L'intuizione eidetica è la conoscenza dell'essenza delle cose, ed è definita così perchè avviene per una diretta intuizione dell'universale, cioè l'intuizione di ciò che fa sì che qualcosa sia quello e non altro: come ad esempio il fatto che l'oggetto percepito sia una sedia e non un tavolo.

Mondo della vita

Husserl introduce anche il concetto di mondo della vita, che rappresenta il modo di duperare la crisi della cultura occidentale. Il mondo della vita è il mondo così come lo sperimentiamo, prima ed indipendentemente dalle categorie e dai concetti della scienza: la dimensione delle emozioni, dei bisogni, degli scopi e del vissuto 












sabato 21 marzo 2020

Henri Bergson

⇢ E' nato nel 1859 a Parigi ed è morto nel 1941
⇢ Bergson è stato un filosofo francese e le sue opere condizionate dal Positivismo hanno influenzato molto la psicologia, la biologia, l'arte, la letteratura e la teologia


Il Tempo, Bergson fa una distinzione tra: 

il tempo della scienza = è un tempo spazializzato, ovvero una successione misurabile e omogenea di istanti, raffigurabile su una linea retta costituita da una serie infinita di punti, tutti inevitabilmente uguali. 

il tempo della coscienza = è il tempo dello spirito, un tempo interiore.
- è il tempo della durata (tempo che dura, il passato che è presente)
- è il tempo della vita (delle cose che hanno significato per ciascun individuo singolarmente)
- è il tempo qualitativo (non è misurabile e ha senso in ragione della qualità del ricordo che suscita in noi)
- è un flusso continuo ( non soggetto ad essere diviso in parti come gli istanti)


Concetto di memoria:
Bergson identifica la coscienza con la memoria, e sostiene che in quest'ultima si distinguono tre aspetti:

- il ricordo puro è la coscienza stessa, è pura durata spirituale. Essa costituisce il deposito di tutti i ricordi passati, in quanto registra automaticamente ciò che viviamo nella sua forma originale. Il ricordo puro rappresenta il nostro passato.

- il ricordo-immagine è l'atto con cui il nostro passato si concretizza nel presente in vista dell'azione e questo spiega perché per Bergson la coscienza, pur essendo memoria, non è sempre ricordo, cioè non è sempre attualizzata.

- la percezione è la facoltà che ci lega al mondo esterno e ha la funzione di selezionare i dati che sono più utili ai fini della nostra vita concreta. Una percezione isolata (un suono, un odore, un'immagine) può essere occasione del riaffiorare del ricordo, cioè dell'emergere di quella memoria profonda che è sommersa al di sotto del livello consapevole.


Lo slancio vitale e la questione della conoscenza:
Bergson afferma che:

- la conoscenza è di due tipi = intellettiva ed esterna (propria della scienza) e intuitiva e interna (propria della metafisica)

- Lo slancio vitale è all'origine della vita biologica e spirituale, infatti è energia spirituale invisibile che si espande nell'universo dando vita a tutti gli esseri, che crea di continuo e in modo imprevedibile, perché libera e non necessitata, una grandissima varietà di forme





venerdì 20 marzo 2020

Carl Gustav Jung


Jung è nato nel 1875 in Svizzera, è stato uno psichiatra, psicoanalista, antropologo, filosofo e accademico svizzero, una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico e psicoanalitico
↣ Lavorò nell'istituto psichiatrico di Zurigo, e in quegli stessi anni scopre la psicoanalisi freudiana, così iniziano a collaborare.  A causa di diversi pensieri si separano
1912 Jung pubblica "Trasformazioni e simboli della libido" in questo libro Jung amplia la ricerca psicanalitica dalla storia del singolo alla storia della collettività umana.
Nel 1914 il conflitto tra Freud e Jung giunge al culmine, così Jung si dimette dal suo ruolo di presidente nell'associazione psicoanalitica internazionale


I sogni e l'ordine della ragione:

"Ciascuno di noi è folle". Quando ci si sveglia la mattina si esce da un contesto di follia: il mondo notturno, dei sogni è un mondo in cui non funziona la regola della ragione.
🔼Nei sogni io sono femmina, ma anche maschio; adulto, ma anche bambino.
🔽Non funziona il principio di causalità, per cui gli effetti producono le cause.
🔼Non funziona lo spazio e il tempo.
🔽Non funziona la categoria della temporalità.
🔼Non funziona nulla di tutto ciò che è razionale.
🔽Da svegli dobbiamo recuperare tutto l’ordine della ragione e lo facciamo con una certa fatica. La prima ora di veglia è il momento più rituale di tutta la nostra giornata: viviamo in terza persona per questo lavoro che la nostra psiche sta facendo per recuperare il mondo della ragione.
🔼Lo scenario della follia, evidente nelle notti è il sottosuolo della nostra personalità.





Follia = La struttura della follia è ciò che ci distingue l’uno dall'altro. La nostra specifica follia è ciò che ci individua, perché per quanto riguarda la ragione siamo tutti uguali perché osserviamo tutti le stesse regole.
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personalità latenti:








⇨Jung è noto perché si è occupato di tutta la storia dell’umanità, soprattutto della storia delle religioni, in cui si individua la dimensione per cui l’uomo è ragione e la divinità è la simbolica della follia.
⇨La violenza viene sempre attribuita alla divinità perché è struttura dissolvente alla comunità.
⇨La follia è una dimensione pre umana che ciascuno di noi conserva nel suo fondo in cui sono contenute tutte le possibili esistenza non sviluppate allo stato primordiale potenzialmente espressive che caratterizzano per sino i nostri stessi umori. Non siamo sempre uguali infatti durante il giorno. Ci sono delle personalità latenti dentro di noi che colorano i nostri umori finché siamo normali e che si impossessano delle nostra personalità quando l’io collassa. Questo è lo scenario in cui si muove Jung che amplifica il concetto di inconscio.




"Diventa ciò che sei": 

⇾ La cosa più bella della psicologia analitica di Jung è il concetto di individuazione.
⇾ Lo scopo della psicoanalisi è il processo di individuazione, che può essere tradotto con una frase emblematica di Nietzsche “ Diventa ciò che sei”. Nel senso che nella nostra vita continuiamo a  seguire dei modelli, ma poi bisogna staccarsi da questa imitazione e diventare quello che propriamente siamo.
⇾ La prima condizione per diventare se stessi è quella di conoscersi, conoscere la propria virtù e la propria capacità. E se riesci a diventare te stessa  raggiungi la felicità.
⇾ Non bisogna quindi essere uguali agli altri, ma neanche essere egocentrici.







giovedì 19 marzo 2020

Le tre Fasi di Freud

Questo mondo infantili viene organizzato da Freud secondo tre fasi → dove si concentra la libido, l’energia psichica che si concentra in alcuni luoghi del nostro corpo, le aperture di questo, ovvero: bocca, ano e genitaliLa libido si concentra innanzitutto nella bocca perché se non ci fosse un piacere dell’alimentazione i bambini non crescerebbero. Per mangiare bisogna muovere dei muscoli, bisogna fare una certa fatica, e questa deve essere immediatamente compensata da un piacere. Così la libido si concentra nella bocca, alla fase orale. Questa prima fase investe i primi due anni di vita in modo da allenare  il bambino all'alimentazione quindi alla crescita.



2a Fase

⇉ è detta fase anale, durante la quale il bambino comincia ad acquisire una sorta di padronanza del proprio corpo, nel senso che dipende da lui rilasciare o trattenere le feci. Secondo Freud questa è la prima forma di controllo sul mondo, nel senso che dipende da noi decidere un rilascio o un contenimento. La figura metaforica che si sviluppa a partire da qui è il controllo del modo che si estende al controllo dei propri giocattoli, della propria stanza, al controllo degli altri. Questa  dimensione di controllo innesca una figura antropologica fondamentale che è la figura del potere. Mentre nella prima fase si sviluppa la componente dell’avere (non c’è ancora un essere), in questa seconda fase c'è lesercizio del potere, potere di controllo. Anche qui si può essere molto gratificati e soddisfatti di questo controllo, così come si  può essere pochissimo soddisfatti e avremmo i  due processi o di fissazione in questa fase o di regressione a questa fase, qualora passati alla fase successiva non si è stati sufficientemente soddisfati. 




3a Fase

la terza fase è quella Edipica, per cui Freud è molto noto → consiste nella relazione con il padre e con la madre in una forma significativamente drammatica. Il complesso edipico letto metaforicamente è una cosa formidabile: in cui si imparano due dimensioni fondamentali dell’esistenza umana che sono rispettivamente l’identità e la relazione. Se io non ho identità non so chi sono e se non ho acquisito la struttura della relazione non so rapportarmi agli altri. Queste sue dimensioni si acquisiscono lungo il percorso edipico che a parere di Freud si costituisce  tra i 4 e i 6 anni.





Complesso di Edipo, mondo maschile:

Illustrato dal punto di vista del figlio maschio le cose vanno in questa maniera. Il bambino vuole dormire con la madre, per questo, vuole sedurla: imita il padre, fa tutto quello che dice il papà, va a giocare con lui, fa le gare con il padre; i padri naturalmente si confondono, pensano che i figli siamo innamorati di loro che si crei una bella alleanza, ma in realtà il figlio sta imparando come si fa a diventare come il papà, il quale fruisce dalla madre e volendo il figlio fruire dalla madre, imita il padre creando così la propria identità maschile. Impara a  diventare maschio. Dopodiché ad andare a letto con la madre continua a essere il padre, allora subentra quella che Freud chiama frustrazione. Il bambino pensa “ ho fatto tanta fatica per diventare come mio padre e raggiungere l’oggetto del mio desiderio, eppure non l’ho raggiunto.
Questi processi di frustrazione hanno due possibili esiti: o un esito depressivo, per quanti sforzi faccia non raggiungerò mai la metà, oppure un effetto incentivo, bisogno che nella vita in generale mi dia da fare per raggiungere gli scopi. Così il bambino impara la sua identità, imitando il padre e impara la sua relazione con l’altro sesso amando il primo rappresentante dell’altro sesso, cioè la madre.

Complesso di Edipo ( Elettra ), mondo femminile:

La psiche femminile è decisamente più complessa di quella maschile. Questa complessità viene fuori quando la ragazza, durante la sua pubertà, comincia a considerare la sua identità, a compiacersi del suo corpo, a vedere di costruirselo secondo i suoi desideri. Il ciclo mestruale interviene nella donna per dirle “tu sei un io, ma sei anche una funzionaria della specie”. Anche gli uomini sono dei funzionari della specie ma non ne hanno una percezione fisica e tanto meno psichica.
Nel caso del complesso edipico rovesciato la donna ama il padre e vuole prendere il posto della madre.











Sigmund Freud



- Egli nasce nel 1856 a Freiberg da una famiglia di origine ebraica e muore nel 1939 a Londra
- Decide di iscriversi all'università di medicina e si specializza in neurologia.
- Nel 1885 apre uno studio e inizia a utilizzare l'ipnosi con i suoi pazienti.
- I suoi studi iniziano con l’isteria per poi arrivare alla scoperta della psicoanalisi, così nel 1900 pubblica "L'interpretazione dei sogni”.


Pensieri di Freud: 

🔺 Esistono due tipi di pulsioni, sessuale e aggressiva che vengono collocate nell'inconscio, ovvero in ciò che non è mediamente pensato in nessuno di noi. 
Freud ipotizza che in ognuno di noi si sia un fondo che lui chiama inconscio ( parte irrazionale dell'uomo ) → dove sono espresse le due potenze che servono all'economia della natura e alla conservazione della specie: la sessualità e l'aggressività. (non sono istinti, ovvero risposte rigide agli stimoli)


🔺 Secondo Freud l'apparato psichico è composto da tre stanze: es, io, super-io.


- L’Es: è tutto ciò che ereditato, è presente fin dalla nascita, quindi le pulsioni primitive. è l'essere sconosciuto che vive in ognuno di noi ➠ inconscio pulsionale = esigenze della specie
- Il Super-io: è quel’area della psiche detta “coscienza” o senso del dovere, nasce dall'interiorizzazione dei divieti con funzione di giudice e censure nei confronti dell' io ➠ inconscio sociale = esigenze della società 
- L’Io o L’Ego: è la parte consapevole della psiche, l'unica a contatto con il mondo esterno, in essa trovano posto le sensazioni, la fantasia, le emozioni e l'intelletto. L’io è perennemente al lavoro per mantenere un equilibrio fra la salute mentale e la personalità dell'individuo





Il caso di Anna O:

⥅ Il caso clinico a cui risale la nascita della psicoanalisi è il caso di Anna O, affetta da gravi disturbi isterici, quali paralisi motoria, turbe della vista, tosse nervosa, anoressia. 
 ⥅ Anna O era in cura da Breuer che ogni sera si recava dalla ragazza per ipnotizzarla facendola parlare. Sotto ipnosi lei parlava di episodi di un periodo molto doloroso della sua vita: in cui aveva dovuto assistere il padre gravemente malato.
⥅ Breuer notò che Anna riusciva a rivivere intensamente le emozioni legate all'episodio e al termine dell' ipnosi il disturbo scompariva. Questa terapia definita catartica funzionò anche con gli altri sintomi, Freud afferma in seguito che l'isterico soffre di ricordi, ovvero dagli aspetti dolorosi di un evento passato, ancora vivo nelle profondità inconsce della mente



Nevrosi = è un conflitto tra il mondo pulsionale e il mondo dei divieti . Quando i due mondi vengono a contatto eliminando l'Io si parla di psicosi, ovvero di follia. Freud cura solo le nevrosi, ciò significa che si prende cura solo del mondo dove l’Io c’è.
Isteria = nel corso del 800 l’isteria tra le donne delle classi benestanti  raggiunge dimensione epidemiche. Come dimostrerà Freud si tratta di una malattia che ha inscindibili legami con la sessualità e in particolare con i taboo e i divieti che la società dell’epoca impone alla vita sessuale delle donne.  Nel modello della famiglia borghese dell’ottocento  il marito ha una posizione dominante ed è il solo che ha libertà di azione e di movimento. La donna invece è e deve essere esclusivamente moglie e madre.
↳  Un tale stereotipò viene ribadito anche a livello scientifico: ogni mese il ciclo mestruale ricorda alla donna la sua vera funzione, la naturale vocazione alla riproduzione è il suo prezioso patrimonio. Un clima così fortemente repressivo di istanze sessuali e aspirazioni personali fa da cultura allo sviluppo di numerosissimi casi di isteria.
Gli svenimenti, le crisi, il pallore, gli spasmi entrano addirittura a fare parte dello stereotipo femminile dell’epoca. Con lo sviluppo della neurologia l’ipotesi della collocazione ginecologica viene abbandonata e la malattia viene associata all'ipersensibilità del sistema nervoso della donna che reagirebbe ammalandosi alle costrizioni sociali  e agli stili di vita imposti dalla cultura. È lo stesso Freud a comprendere per primo che la neurologia non basta a spiegare il fenomeno e che bisogna intraprendere una strada del tutto diversa.



La nascita della PSICHE umana:

Nell'antica Grecia Psiche era una divinità, la sposa di Amore. Con questo termine si indicava un soffio, un respiro  che veniva usato per rappresentare il principio vitale dell’essere umano, ciò che permette all'uomo di provare emozioni, sentimenti e quindi le passioni . Psiche era l’anima, la mente, l’elemento che consentiva all'essere umano di differenziarsi dall'inanimato e che faceva si che questi potesse avere coscienza di sé.


Platone nel Fedro rappresenta l’anima con il mito della biga trainata da due cavalli e guidata dall'auriga. Dei due cavalli, uno è bianco raffigurante la parte dell’anima con pensieri più alti e nobili, quella intellettiva. L’altro è nero, rappresentante la parte dell’anima con pensieri più bassi quali la passione e i sentimenti, la concupiscenza. I due cavalli sono tenuti per le griglie dell’auriga che rappresenta la parte razionale, la ragione che li governa armonizzando i loro movimenti. L’immagine posta da Platone nasce  dall'osservazione dei comportamenti quotidiani dell’uomo e mette in evidenza gli ambiti all'interno dei quali si muoverà la psicologia sin dalle origini
l’agire umano, le motivazioni che spingono l’uomo a modificare i suoi comportamenti, gli scenari all'interno dei quali è destinato a muoversi l’animo umano.












Jean-Paul Sartre La vita: Sartre è l'esponente più importante dell'esistenzialismo francese e uno dei maggiori scrittor...