lunedì 1 giugno 2020

Martin Heidegger

La vita:
Martin Heidegger nasce nel 1889 a Messkirch in Germania e compie studi teologici al liceo di Friburgo diplomandosi nel 1909. Inizia quindi il noviziato per poter entrare a far parte della Compagnia di Gesù, ossia l'ordine dei gesuiti, ma questo avrà una brevissima durata a causa della salute cagionevole di Heidegger.
Nel 1911 egli pubblicò i suoi primi saggi intitolati "Nuove indagini di logica", dopo essere stato influenzato dalle letture di Frenz Brentano e delle "Ricerche logiche" di Husserl.
Nel 1913 consegue il dottorato presso la facoltà di filosofia dell'Università di Friburgo e nel 1915 ottiene la libera docenza.
 Nel 1916 diventò allievo di Husserl, il quale lo sceglie come suo assistente e   contribuisce a farlo nominare professore dell'Università di Marburgo, dove insegna dal 1923 al 1928 tenendo corsi su Platone, Hegel, Cartesio e sull'ontologia Medievale.
Negli anni successivi però, Heidegger si distaccò dal suo maestro, questo distacco diventò più evidente nel 1927 con la pubblicazione della sua opera principale, "Essere e tempo", dedicata a Husserl e segnata da un'applicazione originale e personale del metodo e dei concetti della fenomenologia.
I primi allievi che cominciarono a seguire Heidegger furono: Karl Löwith, Hans Georg Gadamer e Hannah Arendt.
Nel 1933, dopo che Husserl fu allontanato dall'insegnamento per le sue origini ebraiche, Heidegger aderì al Partito nazionalsocialista e fu nominato rettore dell'Università di Friburgo.
Nel 1934, egli lasciò la carica di rettore a causa di divergenze e sospetti dei movimenti nazionalsocialisti.

In questi anni però Heidegger maturò quella che sarebbe stata la "svolta" del suo pensiero, ossia l'abbandono delle tematiche esistenzialistiche e antropologiche in favore di quelle ontologiche. In merito a questo pubblicò lo scritto "Lettera sull'Umanismo" nel 1947 che rappresentava questa svolta.
In quest'opera Heidegger prende le distanze dalla filosofia umanistica di Sartre e respinge ogni legame che potrebbe collegare la sua filosofia all'esistenzialismo.
Dal 1951 in poi, iniziò la pubblicazione di molti dei suoi scritti, che in parte riprendevano i contenuti delle sue lezioni o riproducevano i testi delle conferenze. Nel 1955 egli abbandonò definitivamente l'insegnamento.
Heidegger morì a Friburgo nel 1976.


Pensieri e Opere:
Heidegger è il principale esponenete dell'Esistenzialismo.
Il filosofo accetta la concezione husserliana dell'intenzionalità della coscienza, cioè l'idea secondo cui essa è sempre coscienza di qualche cosa e qualsiasi atto umano implica sempre un riferimento a un oggetto. Però egli rifiuta l'impostazione prevalentemente teorica di Husserl, interpretando l'intenzionalità come l'insieme degli atti di un soggetto concreto, immerso e coinvolto nel mondo del giudizio che Husserl aveva invece sospeso.


La sua indagine non si rivolge più alle strutture esistenziali della coscienza intesa come una soggettività "pura", bensì si basa sulle strutture fondamentali dell'esistenza, concepita come il modo d'essere peculiare dell'uomo nel mondo.
"Essere e tempo" = con questa pubblicazione egli vuole mostrare il suo interesse per l'esistenza, questo interesse è legato alla convinzione che la filosofia debba occuparsi dell'essere e che tale argomento possa venire affrontato solo a partire dall'uomo.


Dopo essersi posto molte domande su che cosa sia l'essere, egli afferma che:
L'essere non è un qualcosa al quale è possibile attribuire una definizione, l'essere è l'orizzonte all'interno del quale possiamo elaborare qualsiasi definizione e su cui si stagliano tutte le cose.
L'essere pertanto non è di per sé oggettivabile.



Desein = esserci
E' un espressione tedesca con la quale Heidegger indica la particolare condizione in cui si trova l'uomo, in quanto "ente che è qui", ossia ente "gettato" da sempre in una situazione spazio-temporale determinata.
La caratteristica fondamentale del Desein è l'esistenza.

L'uomo è condizionato dalla situazione, ma nello stesso tempo è "poter-essere", possibilità, qualcosa che non è mai dato in modo definitivo, ma "a cui nel suo essere ne va del suo essere stesso". Ciò significa che egli ha la responsabilità del suo essere e che è condannato a una scelta che comporta sempre l'eventualità dello scacco.
Un'altra caratteristica dell'uomo è il suo "essere-nel-mondo".  Con questa espressione Heidegger vuole mettere in rilievo una connessione esistenziale tra due realtà concrete, il soggetto (situato e corporeo) e il mondo (un mondo di cose e di uomini in cui il soggetto è da sempre gettato), in ciò differenziandosi da Husserl, che ipotizzava una relazione fondamentale conoscitiva tra soggetto e oggetto  implicati nel rapporto intenzionale.



Heidegger inoltre afferma che i modi d'essere fondamentali dell'essere in rapporto al mondo sono:
-la comprensione, dunque ogni ente viene colto alla luce di un contesto più ampio, che a sua volta risulta plasmato e modificato da ogni atto interpretativo = circolo ermeneutico
- la cura che consiste nel fatto che il soggetto si occupa delle cose e degli altri secondo due modalità:

  • l'esistenza inautentica, che implica l'adesione acritica e spontanea a un certo mondo storico-sociale (deiezione)
  • esistenza autentica, che comporta l'accettazione dell'essere-per-la-morte e l'assunzione della piena responsabilità delle proprie scelte.






Nessun commento:

Posta un commento

Jean-Paul Sartre La vita: Sartre è l'esponente più importante dell'esistenzialismo francese e uno dei maggiori scrittor...